Noi
della Precario Generation siamo
pronti a tutto. Al lavoro flessibile che, con adeguato lavaggio del cervello,
stiamo finalmente accettando, e perfino ad essere etichettati come bamboccioni
e choosy, ma non siamo preparati all’ascensore, luogo privilegiato di
mortificazione per noi giovani. Se esaminassimo qualche ricerca astrusa in
merito, scopriremmo certamente che per un 60% l’ascensore è frequentato,
all’interno di un condominio, da persone di mezza età e per un 35% da
sedentari. Categorie di persone, queste, che noi giovani dobbiamo assolutamente
evitare.
Dare
la colpa al modernismo architettonico delle nostre città non servirà nel
momento in cui un condomino entrerà con noi in ascensore e dirà credendo di
fare una battuta “Mi dai un passaggio?”.
Dopo
una concisa considerazione sul meteo, infatti, sussegue sempre il “Come va il
lavoro?” domanda che cela il desiderio di conoscere ben due notizie: se stiamo
lavorando e dove. Non facciamoci ingannare da quella sorta di rassegnazione del
vicino di casa al fatto che figli e nipoti plurilaureati non troveranno un posto
fisso come era una volta! Ci aspetta una risposta la cui problematicità è
direttamente proporzionale al piano del palazzo che dobbiamo raggiungere. Le
scene più tristi si verificano in genere per chi sale da piano terra e abita in
attico, la cui sorte è determinata dal tempo di permanenza nel parallelepipedo
infernale, ovviamente maggiore.
In
questi sfortunati casi, dunque, evitiamo di rispondere con le parole: Stage,Tirocinio,
Centro, Consulenza, Servizi, Comunicazione, Gestionale e simili, perché la
risposta, che di solito coincide, come in un film, con l’apertura delle porte
dell’ascensore e il tipo che scende senza darci possibilità di replica, sarà
sempre una: “Ho capito, lavori in un Call Center”.
Il
viaggio in ascensore, ancora una volta, ci ha lasciato l’amaro in bocca e una
domanda: come faceva il vecchio a sapere che il cv ad un call center lo abbiamo
mandato davvero e lo hanno pure beatamente respinto?
Più
campagna e meno condomini, per la nostra salute fisica, ma soprattutto mentale.
Questo
post anche su http://issuu.com/vivilavoro/docs/vivilavoro-004
(pag.23) Vivilavoro Magazine. Free press dedicato al mondo del lavoro.
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