Vi
è mai capitato di guardare il cielo stellato sopra di voi e fare pensieri
profondi? A me sì, solo che Kant ci avrebbe visto “la legge morale dentro di
sé”, invece io, tapina, mi sono limitata ad una similitudine. Scusandomi in
anticipo per l’azzardo, mi è venuto in mente il paragone tra il social media
marketing e le religioni.
Non
fate quelle facce! Analizzando insieme le caratteristiche principali di una
fede religiosa potrete osservarne dei punti in comune.
· Divinità. Ogni religione ha un dio
(Giove, Zeus, Jahve, Cristo,ecc) e l’adepto social addicted adora il Sacro Web.
· Nosce te ipsum. Ogni fedele mira,
attraverso il credo, a conoscere, infine, se stesso. E l‘abitante dei social,
da quando ha un profilo Facebook, ne ha scoperte di cose che neanche sapeva di
se stesso. E come ne ha scoperte! Vogliamo parlare del’ex secchione timido che
ora è selfie dipendente?
· Riti e credenze. Le religioni si
contraddistinguono per i riti, inflessibili e di massa, perpetrati secondo le
stesse identiche dinamiche nei secoli dei secoli (amen). Ma perché il #FF del
venerdì su Twitter cos’è?
· Socializzazione. Parliamo del processo
di convivenza sul quale si fondano i culti. Esso prevede l’interiorizzazione di
valori, norme e culture. Qui non serve dilungarsi. Ogni social network è un
mondo a sé, ma in tutte le piattaforme, la regola base è condividere e interagire
all’interno di una community.
· Simbologia. La croce, le colombe, i rami
di ulivo, il fuoco, gli unicorni, i draghi, sono i simboli delle grandi
religioni. E proprio il minimalismo sempre più dilagante nel web ci invita a
riconoscere gli ecosistemi social attraverso i bottoni, i loghi, le iniziali
stilizzate, e tutti gli elementi dell’immagine coordinata, talvolta unicamente
attraverso gli accostamenti cromatici (rosso e bianco ormai è Pinterest, azzurro
e bianco è Twitter, ecc.).
· Morale/funzione sociale. Ovviamente le
due cose, puta caso, nelle religioni coincidono. Non desiderare la roba d’altri
(per Google copiare i contenuti è penalizzante), non dire il falso (pena la
sfiducia degli utenti), ringrazia per i doni ricevuti (il blogger o social
media manager ringrazia per ogni singolo mi piace, per il commento e per il
retweet) e così via.
·
Fede assoluta. E qui veniamo a te
azienda. A te che il social network lo vuoi usare perché lo usano tutti ma,
come lo fai? Finché vedrai la piattaforma social come un contenitore di link
diretti al tuo sito aziendale non andrai lontano. Non basta frequentare una
sinagoga per essere un fedele praticante. Serve che porgi l’altra guancia, che
impari dal fratello e che “ti comporti come vorresti che gli altri si
comportassero con te” (al catechismo insegnavano questo).
In
soldoni che cosa significa?
1. Significa
che la tua pagina social deve promuovere il tuo sito web, ma diffondere anche,
in nome del più utilitaristico Do ut Des,
i contenuti di altri. Oggi metti un link del suo sito, domani lui ne
metterà uno al tuo. Senza paura di paragoni e rivali. E questo se proprio hai
la mira del profitto. Altrimenti condividi i contenuti di altri anche per
piacere, per approfondire e per comunicare ai tuoi utenti/clienti che
t’informi, che sei sincero, che cresci con loro e che si possono fidare di te.
E voilà! Fidelizzazione, non ti serviva anche questo?
2. Devi
dare il buon esempio. Non buttare fango sui tuoi concorrenti utilizzando i
social. Piuttosto frequentali e migliorati con loro, ove possibile.
3. Devi
imparare a condividere i tuoi successi con gli utenti. Le vittorie aziendali e
le partecipazioni ad eventi. Renderli partecipi è importantissimo;
4. Devi
creare dei riti che coinvolgano e uniscano tra loro i tuoi seguaci. Saluti,
foto del giorno, e tanto altro. A cosa serve? La tua community inizierà a
volerti bene sul serio e, un giorno, si ricorderà (alla spicciola) del tuo
negozio ( “Ma da chi potrei acquistare il prodotto x…ah sì, da lui!”)
Scommetto
che il tuo social media manager te l’aveva detto e non ci avevi creduto, vero?
Ma,
come per ogni credo religioso, anche per il social media marketing serve
innanzitutto un grande atto di Fede. Alcune cose non si vedono, ma accadono.
Altre cambiano in maniera irreversibile e, prima che tu te ne accorga, saranno
cambiate anche le esperienze d’acquisto dei tuoi utenti/ clienti, sarà cambiata
la loro idea di vivere l’emozione del tuo servizio, sarai cambiata tu, cara
azienda. In meglio.
Frutto
di riflessioni sul divano
La
Zia
4 commenti:
...come per ogni religione anche per il social media marketing, serve innanzitutto un grande atto di Fede...
Secondo me questa frase è la più interessante dell'intero post, perché è assolutamente vera ed è l'unica possibilità di avere successo. Le varie similitudini sono: alcune geniali, altre divertenti, pochissime un po' forzate, ma complessivamente ritengo il tuo articolo molto creativo ed ordinato, lo ricondividerò con molto piacere.
Ps: non credo sia un azzardo!
Hai ragione Matteo. Quella frase è un po' la chicca di tutta la sceneggiatura...la citazione che i miei figli ricorderanno negli anni:D
Similitudini a parte, dovute alla mia passione per le metafore, il succo del post è proprio questo. Ci sono risultati intangibili che solo chi ha fede riesce a vedere. L'azienda spesso ha la fretta di toccare con mano il profitto nel breve periodo (per carità, capiamo le necessità), però perde di vista il vero obiettivo del social media marketing. Creare una relazione. Un legame utente- azienda più forte del tempo. Un legame di sincerità e affetto.
Sono contenta che tu condivida questo mio pensiero :)
Grazie del commento e buona giornata!
Bel post Zia, come sempre del resto. Condivido in pieno che ci voglia Fede, proprio perché i risultati non sono immediatamente tangibili, ma per di più direi che ci vuole fiducia nel Pastore (e non parlo di pecore), fiducia cioè in colui o colei che gestisce l'immagine social dell'azienda. La fiducia è dura da ottenere e, così come la Fede, ha bisogno di essere coltivata. Fidatevi del vostro smm e il pubblico si fiderà di voi? No, non esageriamo, però il succo è questo. Sarà anche per questo motivo che sempre più aziende scelgono Agenzie blasonate screditando il lavoro dei freelance? Per poi tornare dal freelance, ben inteso. Avete riscontrato anche voi questo cambio di rotta? Vi è mai capitato che un'azienda vi abbia lasciato per una agenzia vips e poi sia tornata da voi?
Baci baci :)
Checca! Grazie per i copiosi complimenti :) e per il commento! A me non è mai successo, ma immagino possa accadere. Talvolta il smm freelance rispetto alla grande agenzia, s' identifica di più con l'utente, riesce a coglierne le necessità in termini di comunicazione. Come un amico che sa ascoltare, se così possiamo dire. Può essere questo un caso.Comunque agenzia o freelance la vera fede nel credo Social Media Marketing la deve avere l'azienda. E senza il social catechismo, io capisco, è difficile. Che dire, speriamo di essere discepoli e di convertire le realtà S.Tommaso (se non vedo non credo)che ancora non credono in questi potenti mezzi di fidelizzazione e promozione ;)
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