venerdì 11 maggio 2012

Coscienza tecnologica



“ Trevize alzò le spalle. – So navigare nello spazio, ma non ho mai provato a viaggiare su navi come questa. La Far Star.
-Ma sapete come funziona? sapete pilotarla?
- Me lo sto chiedendo io stesso.- [ ]
Con le orecchie non sentì niente. Non udì niente. Tuttavia nel suo cervello si formò un pensiero. Un pensiero che sembrava essersi trovato lì per caso ed essere nato  però nella sua stessa mente. Chiudete gli occhi, per favore. Rilassatevi. Ora ci colleghiamo.
Attraverso le mani? Gli occhi erano solo organi di senso. Il cervello era unicamente il quadro  di comando centrale, racchiuso nel cranio e lontano dalla superficie operativa del corpo. La superficie operativa era rappresentata dalle mani: erano le mani che testavano e manipolavano l’Universo. Così mentre Travise faceva combaciare le proprie mani con quelle del computer, la mente umana e la mente elettronica si trovarono in contatto.
- Pelorat- 
-si Treevize - 
- l’astronave ha decollato. Fra qualche minuto attraverseremo la parte superiore dell’atmosfera, ed entro mezz’ora saremo nello spazio.”

L’Orlo della Fondazione, Asimov


Io lo so che la diffidenza prima o poi mi ucciderà. Ma che ci posso fare? Fino ad ora, essere diffidente mi ha aiutata. E dire che negli ultimi tempi mi sto pure allenando alla fede nelle cose. Nelle cose, ma chissà poi se ne porterò mai una al dito.
Il punto è che ci sono cose inspiegabili e solo dopo che le vivi puoi ammettere che esistano. Così dopo gli ufo, Odino e suo figlio Thor, i folletti ubriachi in Irlanda, ora credo anche a questo: alla teoria di Eliana. Chi è Eliana??? Eliana è una ragazza che conosco e che non vedo da un po’ di tempo. Una ragazza allegra e gentile. Insomma una tipa a posto. Ma chi se lo aspettava che un giorno avrebbe sparato la “sequenza di Fibonacci” del 2000. Un vero e proprio assioma, un paradigma insomma, degno del riconoscimento della comunità scientifica.




Tutto è iniziato ieri. Mi sono svegliata un po’ storta. Ecco ora tutti a pensare che sia periodo mestruale. Si può dire mestruale in questo blog??? (si, dai sdoganiamo il termine) Dicevo, (mestruale) (ora l’ho inserito solo per ribadire il concetto) (e per dare un po’ di fastidio al racconto, lo ammetto). Dicevo, mi ero svegliata un po’ nervosetta e più la giornata trascorreva, più tutto andava storto. Sembravo la tipa della pubblicità della Fiesta, tutta ansiosa, rossa in faccia, che alla fine si tracanna la merandina e chi s’è visto s’è visto. Anzi no, peggio. Sembravo Gerry Scotti che gliene capitano di ogni nella pubblicità della Sfiga (non è una pubblicità progresso per la giornata Mondiale della sfiga quella???). Ad ogni modo, ero di fretta e in ritardo come al solito, ma il telecomando dell’auto non voleva aprirla. Fogli, cellulari, fascicoli, agenda traboccavano dalla mia borsa mentre mi riducevo ad aprire la macchina CON LA CHIAVE (cioè! Con la chiave, capito?) (nel 2012 capito?) ( :D)  e lì già avrei dovuto capire. Ma io miscredente non ci ho dato peso. In ufficio, più tardi, inspiegabili fenomeni di ammutinamento caratterizzavano i vari supporti informatici con i quali venivo in contatto. Il mio pc più che aprire le pagine sembrava sbadigliare. Lo schermo si spegneva a intermittenza neanche giovedddì alla discottecca. E il cellulare: morto. Triangolo delle bermuda proprio. Ogni tanto, infame, comparivano le magiche 5 tacche e mi avvisava tutto carino il suono dei messaggi che arrivavano. Roba di 26, 27, ma pure 28 messaggi, che mi avevano mandato durante il periodo di convalescenza dell’aggeggio (28 sì. Con la wind abbiamo scoperto che esistono gli mms, embè?!). Ma poi, di rispondere a cotanto mmssitudine, neanche a parlarne quel maledetto.
Ad un tratto, mentre mi affannavo per imprecare contro ogni forma di tecnologia in quella stanza, evidentemente ostile alla mia persona, mi torna i mente lei, Eliana. E sì che l’aveva detto lei, e pure parecchio tempo fa. Ai tempi di Sdc, quelli sì che erano caffè. Ma allora non l’evo creduta. La sua teoria sulle tecnologie, però, era vera. L’avete notato che quando siete un po’ agitati o nervosi nessun apparecchio tecnologico sembra funzionare? Che più andate di fretta e più s’impalla la mail? che più volete piangere con una canzone strappalacrime di fronte alla vostra vecchia radio e più la manovella delle stazioni si è fottuta? Che più volete preparare una torta con il DolceForno e più tiene 20anni, si è impolverato in cantina e soprattutto non è mai stato un forno vero??? Non possono essere coincidenze queste, mi sono detta.
E così, seguendo la “Teoria di Eliana” che predicava che gli apparecchi tecnologici risentono delle nostre ansie, mi sono ritrovata ad accarezzare mouse e tastiera, a parlarci sottovoce, delicatamente, con rispetto e anche finta stima (a quel punto esagerare mi sembrava il minimo). Perché a quanto pare “loro” hanno una coscienza. Un po’ come la storia delle piante. Storia alla quale, ovvio, devo ancora imparare a credere. Prossimamente magari.

                                                                                                          Con respect

                                                                               La vostra amichevole Zia Cin di quartiere

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